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ICT e industrie, indagine IBM e Parco Scientifico

  • 26 Settembre 2008

La differenza oggi la fa la velocità nella risposta. Più veloce è l’impresa ad elaborare progetti, a relazionarsi con clienti e fornitori, maggiori sono le opportunità di concretizzare nuove opportunità di business. Ma come essere veloci se le imprese sono sempre più frammentate, delocalizzate, spesso con unità locali distanti migliaia di chilometri, con fusi orari diversi e con tecnici che parlano lingue diverse? La risposta c’è: sono le tecnologie informatiche della collabor@tion. In molte imprese mondiali, come Ibm, sono già pienamente adottate.

Ma com’è la situazione in alcune imprese del Fvg come la Danieli, l’Asem, la Brovedani, la Snaidero? Queste tecnologie sono utilizzate dalle imprese? In quali settori specifici potrebbero, se applicate, portare maggiori benefici? Di che cosa avrebbero bisogno le imprese per utilizzarle al meglio? Per saperlo Friuli Innovazione e Ibm, in collaborazione con Confindustria Udine e l’Università di Udine, hanno avviato una ricerca alla quale parteciperà una decina fra le maggiori imprese del Friuli Venezia Giulia come Asem, Brovedani Group, Comune di Udine, Danieli - Officine Meccaniche, Faber, Ferriere Nord, Snaidero, Rino Snaidero Scientific Foundation e VideoSystems. Altre saranno in breve contattate.

I risultati della ricerca saranno presentanti, in forma anonima, in un convegno che sarà organizzato la prossima primavera nel corso del quale, oltre a comprendere quale sia la situazione, si ipotizzeranno programmi per la diffusione nelle imprese di questa rivoluzionaria tecnologia informatica.

“Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) rappresentano uno strumento per la competitività delle imprese e del sistema paese. Nei paesi in cui gli investimenti in ICT sono cresciuti, sono aumentati PIL e produttività. L’ICT per le sue possibili implicazioni sulle imprese, - spiega il direttore di Friuli Innovazione Fabio Feruglio – è davvero una questione strategica non solo per le grandi imprese, ma anche per le piccole e medie. Oggi quell’insieme di tecnologie di largo uso individuale e che sono in gran parte sintetizzate come web 2.0 sono disponibili anche per le imprese. Da tempo si parla già di Enterprise 2.0. e dalle imprese stesse ci si aspetta un crescente impiego per la gestione della conoscenza, il coordinamento di attività di gruppi di lavoro, la comunicazione e la collaborazione”.

Per comprendere il balzo in avanti che consentono i nuovi sistemi comunicazionali introdotti dalla collabor@tion, Feruglio ha portato ad esempio il recente passato. “In nemmeno 15 anni siamo passati dal telefax e dalla posta tradizionale al fax e alla posta elettronica, dal telefonino allo smartphone. Oggi ci stupiamo se non riceviamo rapidamente risposta alle nostre e-mail, o non ci viene inviato il documento richiesto in 5 minuti. Qualche anno fa ci volevano delle settimane. Oggi chi non è on-line è fuori dal business. Ebbene – prosegue Feruglio - queste nuove tecnologie consentono alle imprese di fare leva sulla collaborazione tra le risorse umane, che hanno a disposizione nuovi strumenti per trasferire conoscenza, idee, progettualità, in tempo reale. Questo permette un’immediata comunicazione interattiva, e di condividere ambienti di lavoro virtuali dove ad esempio tecnici, progettisti, addetti al marketing, clienti che operano a migliaia di chilometri di distanza partecipano e collaborano per sviluppare progetti o risolvere problemi complessi, in modo diretto e in tempo reale”.

Comprendere le potenzialità di queste tecnologie e saperle applicare profittevolmente rappresenta una nuova sfida. “Per questo abbiamo deciso di avviare il progetto “Strategie coll@borative e creazione del valore” e di coinvolgere alcune imprese della nostra Regione, per analizzare insieme i casi in cui sono già state adottate e le aspettative di chi è interessato a farlo”. L’indagine, promossa da Friuli Innovazione e IBM, in collaborazione con l’Università di Udine e Confindustria Udine, è stata presentata alle imprese (nella foto) ieri al Parco scientifico di Udine, ottenendo un grande consenso.

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