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Genomi vegetali, finanziata una ricerca da 2,5 milioni di euro

  • 7 Febbraio 2012

Una ricerca per esplorare “il lato più oscuro dei genomi vegetali”. E’ quanto farà Novabreed, iniziativa scientifica altamente innovativa finanziata dall’European Research Council (ERC) con quasi di 2,5 milioni di euro, che sarà realizzata nell’ arco dei prossimi 5 anni dall’Università di Udine e dall’Istituto di Genomica Applicata (IGA), il centro di ricerca sulla genomica degli organismi viventi fondato nel 2006 da quattro ricercatori dell’Ateneo friulano, dallo stesso Ateneo e da Friuli Innovazione.

Obiettivo del progetto – spiega Michele Morgante, genetista delegato alla ricerca dell’Università di Udine e direttore scientifico di IGA – è realizzare “una sorta di viaggio nel lato più oscuro dei genomi vegetali, studiandone con metodi estremamente avanzati le parti più variabili e meno caratterizzate, gli effetti funzionali ad esse legati e la velocità con cui nelle piante si crea naturalmente nuova variabilità”. Per le sue attività, il team di ricerca avrà a disposizione le piattaforme di sequenziamento di nuova generazione dell’IGA, allestite nei laboratori del Parco scientifico e tecnologico di Udine: macchine in grado di decifrare in una sola corsa fino a circa 600 miliardi di basi di DNA, corrispondenti a 6 genomi umani completi, fino a 60 genomi di piante, o 3.000 genomi batterici.

Le ricadute dello studio risulterebbero di rivoluzionaria importanza sia in relazione alle specie vegetali impiegate nella produzione agricola, sia, più in generale, per la comprensione dei meccanismi molecolari che portano alla diversità dei viventi e potrebbero consentire anche una migliore valutazione delle modificazioni genetiche indotte dall’uomo nelle piante coltivate, alla luce di una conoscenza più approfondita dei meccanismi che in natura inducono modificazioni genetiche nelle piante stesse.

Novabreed è il secondo progetto presentato dall'Università di Udine (in 2 anni) e finanziato nell’ambito degli Advanced Investigator Grants - progetti altamente innovativi, ad alto rischio ed elevato guadagno potenziale, in grado di portare al massimo progresso scientifico l’ambito di ricerca in cui si svolgono. "I risultati ottenuti da Udine dimostrano – sottolinea il rettore, Cristiana Compagno – come la disponibilità di grandi infrastrutture di ricerca, quali quelle presenti all’Istituto di Genomica per il sequenziamento del DNA, consentano ai nostri ricercatori di essere estremamente competitivi e di eccellere a livello europeo".

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